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22/09/2015 - FLAI

Mercato Vittoria. Alzare il livello di guardia

 

            L’operazione” Box” condotta dalla Polizia e conclusa con l’arresto di tre esponenti malavitosi che operavano nell’indotto delle produzioni, attraverso estorsione ed imposizione di servizi, rappresenta un importante passo in avanti nel contrasto alle organizzazioni mafiose operanti nel territorio ipparino.

Le indagini della Polizia di Stato avviate qualche anno fa partono dalle attenzioni della Squadra Mobile alle operazioni commerciali che vengono compiute al mercato ortofrutticolo di Vittoria, ed in particolare alle aziende “vicine” ad ambienti malavitosi.

I tre arrestati, titolari di aziende di materiali per il confezionamento dei prodotti ortofrutticoli (cassette ed imballaggi in plastica), temuti dagli altri imprenditori, controllavano la vendita delle cassette in legno o prodotti in plastica per il loro confezionamento. Imprenditori, rappresentanti e addetti al mercato, per non subire ritorsioni, si piegavano alle imposizioni dei Consalvo.

Le indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia hanno fatto emergere ancora una volta la questione dell’inquinamento mafioso nel Mercato Ortofrutticolo di Vittoria, da sempre punto di attrazione di interessi economici di gruppi criminali locali e non solo. Emerge altresì come le organizzazioni mafiose agiscono attraverso l’imposizione dei servizi attraverso il controllo diretto di alcuni segmenti della filiera. In particolare gli imballaggi e l’autotrasporto rappresentano, come è emerso da passate inchieste e azioni repressive, i comparti a maggiore rischio di inquinamento mafioso; il pizzo viene sostituito con l’obbligo di acquisto di prodotti a condizioni di mercato al di fuori delle normali regole della concorrenza.

Dopo questa ulteriore azione di repressione da parte della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, emerge l’esigenza di un maggiore impegno a livello Istituzionale , politico e sociale. A partire dalla definizione del Regolamento di Mercato proposto e in discussione ormai da troppo tempo. Occorre definire nel regolamento ruoli e presenze, e approfonditi esami sugli operatori economici, sulle consuetudini esistenti da tempo che spesso determinano il  terreno dell’inquinamento mafioso.

Ad esempio la relazione tra fornitori di beni e servizi (imballaggi e trasporto in primis), i commissionari e i produttori.

Il Regolamento deve essere lo strumento concreto di prevenzione  dell’inquinamento mafioso e al tempo stesso garante delle forme di legalità e democrazia economica tra tutti i soggetti operanti all’interno della struttura. Recenti inchieste giudiziarie e Parlamentari hanno fatto emergere il legame tra aziende “sane” del territorio ed aziende  fornitrici di servizi (la lavorazione e il confezionamento degli ortaggi), riconducibili a gruppi mafiosi.

               Per questo oltre al Regolamento serve l’impegno di tutti per creare uno spartiacque e realizzare una filiera trasparente, legale e democratica. La Cgil, ormai da tempo in campo su questi temi, conferma il proprio impegno contro la mafia e per la legalità, per garantire diritti  ai lavoratori che operano nel Mercato e nell'indotto e per tutelare i produttori. Tutti soggetti che rappresentano l’anello più debole della filiera.

(Segretario della Camera del Lavoro di Vittoria )                                 (Segretario della Camera del Lavoro Territoriale di Ragusa)

Giuseppe Scifo                                                                                                           Giovanni Avola