DETTAGLIO NEWS DAL PROVINCIALE
12/04/2013 - UFFICIO STAMPA

Inquinamento marino. Proposta unità di crisi

 

Unità di crisi per contrastare l’inquinamento marino delle coste iblee

Istituzioni e associazioni pronte a collaborare. No alle trivellazioni petrolifere

 

La richiesta alla Prefettura di Ragusa di istituire un’unità di crisi, preventiva, attiva da maggio a settembre per monitorare e consentire gli interventi anti inquinamento marino nel tratto di mare che va da Santa Maria del Focallo a Playa Grande; la costituzione di un coordinamento di associazioni ambientaliste e di altri soggetti che in queste ultime settimane si sono occupate dei pericoli di inquinamento delle coste e in cui la CGIL ci vuole essere.

Questa è la sintesi di una proposta elaborata dal segretario generale della CGIL di Ragusa Giovanni Avola al termine della riunione, svoltasi ieri sera a Marina di Modica, avente come tema la salvaguardia dell’ambiente marino e delle coste che fanno capo ai territori dei comuni di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo.

Proprio i sindaci ( presenti quelli di Modica, Buscema, di Scicli, Susino e di Ispica Rustico, che hanno offerto il loro interessante contributo, assente il primo cittadino di Pozzallo malgrado avesse garantito la sua presenza, presente invece il Presidente del consiglio comunale, Gianluca Floridia) dovrebbero costituire il riferimento dell’unità di crisi che vedrebbe al tavolo la Provincia Regionale di Ragusa, l’Arpa, l’Asp 7 di Ragusa, la Capitaneria di Porto, e la Guardia Forestale.

L’obiettivo è quello di garantire per tempo sicurezza e garanzia di salubrità delle acque ai turisti e ai bagnanti nella stagione estiva che sta per approssimarsi.

Le esperienze del passato purtroppo, come ha sottolineato Giovanni Avola nel suo intervento iniziale, contano una stagione estiva 2012 disastrosa sul piano dell’inquinamento delle acque con picchi nel periodo agostano e che spinse il Sindaco di Modica, Buscema, e l’assessore all’Ecologia Giovanni Spadaro a recarsi alla Procura della Repubblica di Modica per presentare un esposto denuncia contro ignoti perché era necessario, una volta per tutte e sulla spinta di un incessante campagna stampa, fare chiarezza su quanto stava accadendo nel mare di Marina di Modica e Maganuco.

Da lì partì un’inchiesta che ancora non ha dato esiti se non al momento il sequestro di due complessi residenziali come Marsa Siclà e Baia Samuele per i quali è stata avanzata richiesta di dissequestro al Tribunale del riesame. Il risultato è una previsione di una stagione prossima disastrosa con 300 unità lavorative tra diretto e indotto attualmente inoccupato e prenotazioni  in stand by in attesa o già cancellate.

E’ sperabile, che la vicenda giudiziaria abbia un epilogo positivo in tempi brevi.

L’incontro dibattito è stato molto partecipato: erano presenti il presidente dell’associazione “Confronto”, Cavallo, i responsabili di  “ Marina di Modica d’inverno” e di altre associazioni ambientaliste, operatori turistici, di alberghi e della ristorazione e residenti.

Il dibattito ha evidenziato i punti di crisi e su questi si sono sviluppati alcuni ragionamenti che portano necessariamente a superare ogni difficoltà sostenendo, i sindaci i primi ad essere d’accordo, un controllo capillare del territorio per individuare ogni sfogo a mare che possa essere origine di inquinamento e fare in modo di evitarlo. Anche il Sindaco di Scicli, Susino, il cui territorio è stato preso di mira per delle indagini ha dichiarato di sostenere in modo convinto un’azione anti inquinamento tanto che i tre tubi che sfociano a mare, denunciati dalla stampa, sono inattivi.

Capitolo a parte quello relativo alla futura concessione di autorizzazioni per la coltivazione di pozzi nel canale di Sicilia a poche miglia dalle coste iblee che costituiscono un potenziale pericolo per il turismo che continua a rimanere una settore dalle grandissime potenzialità e che si intende sostenere e valorizzare. Come ha denunciato Giovanni Avola bisogna evitare che altre autorizzazioni possano essere rilasciare ed è per tale ragione che sarà chiesto un incontro all’assessore regionale all’Ambiente, Mariella Lo Bello ( già segretaria generale della CGIL di Agrigento), e al Governatore della Sicilia perché si opponga al rilascio delle autorizzazioni.

 

L’Ufficio Stampa