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05/12/2011 - UFFICIO STAMPA

Comiso. Riflettere e confrontarsi prima del dissesto

La Cgil interviene sul dibattito in corso che vede al centro della discussione l’ipotesi di dissesto al Comune di Comiso.

E' necessario che a Comiso la classe dirigiente politica faccia un'ampia, serena e seria riflessione sulle scelte che bisogna fare nell'interesse della collettività ed evitare senza un solido confronto scelte scellerate.

“Per quanto arduo – dice Salvatore Terranova – questo è il compito che la politica deve intestarsi, perché dissestare il comune equivale a dissestare il territorio e la sua comunità e la città non merita che venga perpetrata sul suo corpo una scelta tanto distruttiva. La prima considerazione che ci tocca fare è che stranizza non poco sentire quanto asserisce il Sindaco, per il quale attivare la procedura di dissesto sarebbe la scelta migliore da cui l’ente dovrebbe ripartire, ricordando ricordando ed elogiando la scelta che fece dieci anni addietro il Comune di Chiaramonte. Stranizza perché prima di parlare con estrema facilità e in alcuni frangenti anche con una certa superficialità di una procedura che determinerà conseguenze gravissime sulla città, il Sindaco dovrebbe essere nelle condizioni di valutarne le tante variabili e i plurimi effetti che in questo momento non può prevedere. Per cui prima di andare verso il baratro non sarebbe da escludere un passaggio della Giunta comunale al Ministero dell’Interno per rendersi realmente conto di quel che potrebbe rappresentare per la città di Comiso il giorno successivo all’avvenuta decretazione del dissesto. Il dissesto è un atto che sancisce il fallimento dell’ente e il fatto che venga dichiarato dal Sindaco Alfano dopo tre anni e mezzo dal suo insediamento porta con se anche il fallimento politico- amministrativo della maggioranza uscita vincitrice dalla competizione elettorale. Il Sindaco si faccia morigerato nelle sue esternazioni pubbliche e valuti meglio ciò che intende fare, evitando impulsività, frettolosità e altro comportamento che non aiutano in questo delicato momento e si adoperi, invece, per trovare il massimo consenso in consiglio comunale attorno ad una ipotesi condivisibile ed sostenibile di piano alternativo alla procedura del dissesto. Perché da questa difficile e delicata strettoia di creare consenso sull’alternativa a quanto viene ormai considerato ineluttabile potrebbe iniziare il nuovo corso politico del primo cittadino e non ponendo in atto altro scelte.
Non c’è altra strada da cui il Sindaco dovrà iniziare se vuole iniziare a fare realmente il primo cittadino”.