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11/09/2014 - UFFICIO STAMPA

Area Vasta. La Cgil del Sud Est a confronto

 

 

La Cgil del Sud Est lancia la sfida allo sviluppo con l’area vasta

Supportare le istituzioni per governare il rilancio economico e occupazionale dell’isola

 

La Cgil del Sud Est da Ragusa lancia la sfida alla politica, al fallimento della Regione siciliana che non è riuscita ad esprimere una governance tale da creare lo sviluppo dei territori spendendo solo il 40% delle risorse europee disponibili.

La risposta della Cgil porta un nome preciso: i piani di area vasta.

Per fare questo la Cgil del Sud Est ha messo insieme stamani a Ragusa i comitati direttivi di Catania, Siracusa, Ragusa e Caltagirone.

Un parlamento di 307 componenti, presenti più dell’80% degli aventi diritto con  i segretari generali di Ragusa, Giovanni Avola, di Siracusa, Paolo Zappulla, di Catania, Giacomo Rota, di Caltagirone, Totò Brigadeci.

A confermare la bontà e l’impegno totale della Cgil al progetto due presenze significative: Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia e Fabrizio Solari, segretario nazionale della Cgil.

L’area vasta, su cui la Cgil del Sud –Est, punta in modo deciso e preciso, mette insieme i comuni di Ragusa, Siracusa e Catania, le tre camere di commercio e le tre ex provincie regionali oggi liberi consorzi di comuni con l’imprimatur del Presidente della Repubblica, Napolitano in occasione della sua visita a Catania.

Ha illustrato il pensiero dei vertici sindacali delle tre provincie e di Caltagirone il segretario generale della Cgil di Ragusa Giovanni Avola, il quale ha tracciato alcune coordinate e quella prioritaria è la creazione di nuovi posti di lavoro che passa dall’utilizzo al meglio delle risorse, dalla valorizzazione e modernizzazione del territorio.

Questa deve essere la risposta sollecita ai 37 mila posti di lavoro persi nel primo semestre di quest’anno in Sicilia e al 54% dei giovani disoccupati in Sicilia.

E la sfida parte dai territori più a sud della Sicilia. Territori ricchi visto che detengono l’80% del Pil siciliano grazie a comparti floridi come agricoltura, agroindustria di qualità ed enogastronomia, microelettronica, chimica e petrolchimica, archeologia, barocco, siti Unesco, paesaggio e mare pulito.

Una miscela di eccellenza mal gestita e mal legata quindi secondo la Cgil. E’ necessaria  una strategia fondata su una integrazione territoriale vera, coprendo il vuoto creato dalla Regione siciliana.

Si sta avviando una programmazione dei territori e la Cgil e le forze datoriali devono avere un ruolo attivo in questa direzione.

L’obiettivo è quello di intercettare e finalizzare i fondi europei. Avola non è tenero con il governo Crocetta. La Regione siciliana non solo ha fallito la governance del territorio ma non è riuscita a spendere la dotazione assegnata. Del programma FERS (Fondo europeo sviluppo regionale) pari a 6 miliardi e mezzo di euro, due rimodulazioni hanno diminuito  la dotazione a 4 miliardi e mezzo.

La spesa certificata al 31 dicembre 2013 è stata di un miliardo e 600 milioni di euro; ne restano da certificare 2 miliardi e 700 milioni di euro per raggiungere l’obiettivo al 31 dicembre 2015.

In buona sostanza deve essere speso il 60% delle risorse .

Il nuovo programma di investimenti europei ha avuto una risposta deludente della Regione siciliana che ha diminuito il cofinanziamento.

“Se la qualità del sistema paese è ambiente e agricoltura, sicurezza del territorio, turismo, infrastrutture, il distretto del sud est ha grandissime è potenzialità”.

La Cgil del Sud Est vuole essere protagonista di questo processo e chiederà a breve un incontro con il sindaco di Catania, Bianco, per un confronto per spiegare quale funzione dovranno esercitare le forze sociali nei rapporti con il Distretto.

La Cgil sta organizzando quattro convegni tematici: a Ragusa sul tema delle infrastrutture ad ottobre, a novembre, la questione legata all’ agricoltura e all’agroalimentare a Caltagirone, a Siracusa a dicembre si terrà un convegno su beni culturali e turismo e a gennaio, infine, la massa a punto della proposta finale per l’area vasta della Cgil del Sud Est con un convegno a Catania.

Il ragionamento ha una sua logica iniziale ed è legata al potenziamento delle infrastrutture a cominciare dall’autostrada Siracusa - Gela, realizzata solo per un quinto e rischia ulteriori ritardi.

Il Cas ( consorzio autostradale siciliano) ha operato solo il 20% della bonifica delle opere belliche sul tratto già appaltato Rosolini - Modica; se non si arriva al 100% della ripulitura non potrà partire il cantiere dei lotti Rosolini – Modica. Per completarla tutta, poi, ci vogliono i soldi dello Stato.

Fermo l’appalto della superstrada Ragusa - Catania il collegamento ferroviario con i porti e gli aeroporti di Catania e Comiso - si aspetta appalto collegamento 116 milioni Comiso con la  SS 194 - e poi ancora questione ancora aperta dei porti dello Jonio e del porto di Pozzallo.

Lo snodo del rilancio del Sud Est, Avola non ha dubbi, parte da Ragusa e il gruppo dirigente della Cgil del Sud Est ha tutte le caratteristiche per colmare il vuoto creato e lasciato dalla politica.

Diciassette gli interventi nel corso della riunione.

Totò  Brigadeci, segretario generale della Cgil di Caltagirone, ritiene che l’agroindustria è la nuova frontiera dei territori e bisgona attrezzarsi per rilanciarne lo sviluppo e sfruutare tutte le potenzialità. Logico che le infrastrutture sono premessa indispensabile per avviare qualsiasi ragionamento di merito.

Paolo Zappulla, segretario generale della Cgil di Siracusa, sottolinea il deficit istituzionale e di rappresentanza con la soppressione delle provincie regionali, con i consorzi che non decollano, con le camere di commercio da accorpare, insomma non ci sono strumenti di sviluppo.

Oggi il ragionamento è quello dell’area vasta che non è quella di dividersi la torta dei finanziamenti e spenderli ognuno nella propria casa ma di mettere insieme territori omogenei per storia, economia e cultura.

Necessario imporre una scelta strategica complessiva sul cosa e sul come fare le cose e poi andare alla ricerca dei finanziamenti europei.

Agricoltura, industria e turismo sono eccellenze che bisogna intrecciare armonicamente.

Sta tutta quì la sfida.

E’ il tema su ci si dovrà confrontare proprio nei territori più ricchi della Sicilia ma più poveri dal punto di vista infrastrutturale.

Questa parte della Sicilia va sostenuta ( se non verrà posta la firma entro questo mese. Minaccia Zappulla, sull’appalto della superstrada Ragusa – Catania da parte del Ministro alle infrastrutture, Lupi, le quattro camere del lavoro daranno vita ad una forte mobilitazione) perché determinando lo sviluppo dei comparti di eccellenza dei territori si può dare un contributo all’economia e ad elevare l’occupazione di tutta la Sicilia.

Il distretto del Sud Est può intercettare le somme dei fondi europei 2014/2020 se ha progetti, sostiene Giacomo Rota segretario generale della Cgil di Catania, e soprattutto se diventa soggetto giuridico capace di lanciare proposte di merito. La Cgil del Sud Est vuole fare la sua parte e si sta organizzando a farlo con i quattro convegni in programma.

Lo strumento è chiaro: puntare sulle eccellenze dei territori che sono stati citati ragionando in termini innovativi. Non più la lotta per rivendicare sulla base di vertenze ma bensì una Cgil come motore della ripresa proponendo progetti di rilancio economico e occupazionale.

“Il lavoro deve diventare il tema centrale del nostro ragionamento, però il lavoro produttivo, e quella di oggi è un’occasione importante per cominciare.

Abbiamo capito da due anni, pagandola sulla nostra pelle, l’”annuncite” del governo regionale e il numero delle occasioni mancate come il patto dei sindaci di cui nessuno parla, dei consorzi dei comuni che dovrebbero sostituire le provincie regionali”.

E’ quanto sottolinea Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia.

Pagliaro ribadisce, rispetto al dibattito sviluppato, che la Cgil deve qualificare la proposta.

L’opera della Cgil diventa quasi una supplenza considerato che la Regione siciliana non è riuscita il piano giovani le cui vicende sono drammaticamente notorie.

Lo “sblocca Italia” da tante aspettative per la Sicilia, sono circa 2,2 miliardi di euro pendibili in tre anni; l’area del Sud Est parimenti offre tante speranze proprio qui dope si produce il 35% del reddito di tutta la Sicilia, un rapporto di presenza straordinario tra impresa e territorio, al di sopra della madia nazionale, ci sono tutte le condizioni per avviare un discorso importante per il futuro, conclude Pagliaro.

Dei rapporti tra governo nazionale ed Europa non poteva non parlare Fabrizio Solari che ha messo in campo un orizzonte economico finanziario assai complicato e Renzi sarà costretto a chiedere la rimodulazione dei parametri sul debito perché la crisi è ancora persistente.

E persiste in un quadro occupazionale drammatico e degli ammortizzatori sociali disperato.

Difendere il lavoro in questo contesto pone scenari inediti; stanno cambiando alcuni dati fondativi dello stare insieme che non solo modificano la geografia dei rapporti ma determinano l’annullamento di alcuni valori, come quello dell’assistenza, che non potranno più essere finanziati.

Si registra, sostiene Solari, una svalutazione del valore lavoro che viene considerata una merce come un’altra. Sta alla Cgil rivalutarlo. Il sindacato deve assumere l’impegno di proporre progetti credibili, affidabili e produttivi e a questo oggi non ci sono più alternative.

Quì bisogna potenziare l’infrastrutturazione, determinare un rapporto diverso tra credito bancario e finanziamento alle imprese; costruire un’industria del turismo su base annuale e non un passatempo. Quella di oggi è un’occasione unica che potrebbe trovare all’Expò Milano 2015 una buona collocazione. Non si perda di vista il valore del metodo che avete posto in essere. Non più assistenza, ma protagonismo attivo. Questa è oggi una scelta fondativa per la Cgil.

 

 

 

 

L’Ufficio Stampa