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29/05/2012 - SPI

Convegno Welfare.La persona al centro di tutto

Cosa ne è del welfare, a tutte le latitudini, in una fase di crisi economica e di valori come la nostra dove il mercato e le stesure ragionereste hanno sostituito  la persona le sue necessità primarie al centro di ogni attenzione. C’è uno spazio di riflessione capace, senza fare ricorso necessariamente alle risorse economiche, di rompere questa barriera ideologica e culturale ?

A formulare risposte e proposte a questo stato di cose ci ha provato ieri la SPI CGIL di Ragusa che con l’Auser hanno messo insieme, a tutto tondo, sul tema “La solidarietà Unisce” diversi attori del vasto e variegato mondo dei Servizi Sociali del territorio provinciale. Ne è uscito fuori un quadro confortante sulle cose da fare e sul come farle. Il quadro rimane comunque complesso.

Negli ultimi anni molte cose sono cambiate. I comuni, riflette Giovanni Avola, segretario generale della CGIL che ha presieduto i lavori, non erogano più servizi nel senso che molti vengono affidati e del resto deve farsi carico il mondo del volontariato pilastro portante della solidarietà fino a diventarne anche dal punto di vista spirituale essenziale per garantire dignità e un buon livello di vita agli anziani sui quali bisogna operare una rivoluzione copernicana: non considerarli un peso ma una risorsa vera e quindi utilizzabile per la crescita collettiva. Lo strumento da non perdere, secondo Avola, è quello dei piani territoriali,  2013-2015, sui quali la CGIL, che istituirà un gruppo di lavoro, vorrà dire la propria in termini di progettualità con i Sindaci che devono impegnarsi a redigere i bandi. Quello è uno strumento capace di determinare la chiave di volta del cambiamento anche se tutto ciò continua a rimanere un pezzo del ragionamento utile ad affrontare una crisi sempre più emergente.

E su questo Roberta Malavasi, segretaria generale dello SPI CGIL di Ragusa, ha snocciolato numeri e riflessioni. Negli ultimi quindici anni il reddito reale degli anziani è diminuito del 30% determinando sacche sempre più ampie di povertà laddove l’intervento pubblico è fortemente diminuito in termini di assistenza rendendo la vita durissima ad una categoria di persone la cui crescita è evidente di anno in anno. L’Italia è un Paese di anziani, ma non un Paese per anziani. Il Sindacato può fare molto in termine di difesa di diritti ma è necessario abbinare questa battaglia all’attività delle associazioni no –profit per creare quello che  viene chiamata la politica del benessere sulla quale la SPI CGIL ha creato un vero dipartimento che produce proposte e indica soluzioni perché per l’anziano è imprescindibile il rapporto diritti- cittadinanza attiva.

Ma su quadro del rapporto cittadino-anziano bisogna fare chiarezza in termini di analisi e di prospettiva. Maurilio Assenza, responsabile della Caritas della Diocesi di Noto, denuncia la confusione che regna nel mondo del volontariato che non serve solo a produrre precarietà alle persone che vi operano e scelte secondo criteri assai discutibili ma è utile solo se la gratuità e la passione dell’operatore sono il metro dell’agire per fronteggiare i bisogni. In questa fase di profonda crisi, che non è solo economica ma anche di valori, bisogna sviluppare qualità che è il frutto di energia e forza: creare una rete di accoglienza, fare un lavoro di strada andando a far rivivere i quartieri in un scambio culturale tra generazioni e infine l’economia sociale assunto come valore. L’esito finale è quello di combattere l’idiozia che rimane strumento non funzionale alla solidarietà. Anzi la usa per realizzare altri obiettivi. Necessaria una rivoluzione culturale che vada nella direzione opposta per migliorare le condizioni dell’umanità. La politica deve riappropriarsi del suo ruolo cominciando a fare cose semplici come quella dell’ascolto; un momento utile per concimare il terreno ed aprire una sinergia tra tutti gli attori per fare rete.

Ma la solidarietà ha senza dubbio una genesi sociale. Oggi, sostiene Guglielmo Giumelli docente all’Università Statale “Bicocca” di Milano, viviamo un processo che non sa utilizzare la vita allungata; il vecchio è una risorsa ed è uno strumento per rifondare il concetto di lavoro inteso come attività utile che rivoluziona il tempo della persona anziana che interagisce nella società di oggi con i giovani creando,realisticamente un patto generazionale che determina un arricchimento reciproco di saperi e di esperienza utili alla società; una sorta di apprendimento continuo che vale come crescita, sociale, intellettuale e civile.

Pezzi di vita vissuta vengono poi raccontati Giuseppe Castellano dell’ “Associazione  siciliana Luciano Lama” che ha trattato il tema, sempre attuale dell’accoglienza come cultura, in rapporto tra famiglia e  bambino.” In diciannove anni 13650 bambini bosniaci sono stati accolti da famiglie siciliane con una commovente gara di solidarietà per garantire una vita normale fuori dalla guerra e dalla tragedie. Poi il volontariato nelle sue chiavi di lettura laica e religiosa. Gianna Miceli, presidente osservatorio provinciale del Territorio,  ha illustrato “La rete della solidarietà al servizio del territorio”  nelle articolazioni normative della legge sul volontariato dove spicca l gratuità del servizio alla persone rilevando le difficoltà che presenta il territorio con le istituzioni che  a volte non rendono agibile un percorso autentico di solidarietà.

 Ma su quello Renato Meli, direttore dell’ufficio pastorale sociale e lavoro della Diocesi di Ragusa pone centrale la questione etica dell’agire nel senso che tutti gli steccati,anche quelli burocratici, si possono superare se si pongono al centro la dignità delle persona, la gratuità autentica del servizio e la solidarietà come condivisione. Non basta lasciare mille euro a persone che ne hanno di bisogno. Non si assolve così ad un processo autentico di solidarietà. E’ necessario l’apporto umano.

Insomma bisogna superare l’individualismo, come ha infine sostenuto Elvira Morana segretaria regionale della CGIL Sicilia, bisogna spostare al centro le persone e le loro necessità.

Eliminare i calcoli ragioneristici e creare progetti contro la sofferenza degli anziani rendendosi conto che l’assistenza non può essere sola prerogativa del volontariato. Necessario costruire,allora, dei tavoli territoriali, come farà la CGIL, per redigere progetti che partano dal basso capaci di una visione complessiva ma mirati negli interventi.

“Il convegno sulla solidarietà è stato , commenta Giovanni Avola, come un momento importante non solo di confronto tra esperienze diverse e quindi ricche ma di risposta ad alcune questioni che purtroppo rimangono aperte perché adesso dalla fase dell’analisi bisogna passare alla politica del fare che chiama all’appello le istituzioni pronte ad intervenire sui Piani di zona territoriali che possono dare risposte concrete liberando risorse importanti a favore del welfare.”