DETTAGLIO NEWS DAL PROVINCIALE
09/09/2011 - UFFICIO STAMPA

Piano paesistico. Le proposte della CGIL

 

Si riapre il dibattito sul piano paesistico della provincia di Ragusa sulla scorta di due elementi importati: la bocciatura del Tar e l’iniziativa, che presto sarà ufficialmente assunta, del soprintendente, Ferrara, di opporsi alla decisione del tribunale amministrativo.

Si riattiva la querelle tra chi difende e tra chi contrasta il documento urbanistico nel mentre si riapre il cantiere per pensare ad un uovo piano che risponde alla duplice esigenza di tutelare il territorio ma anche di garantire lo sviluppo delle attività produttive.

Il segretario Generale della CGIL di Ragusa esprime su questo aspetto l’opinione del sindacato:

“Dopo la decisione del  Tar bisogna evitare forme di trionfalismo rovesciate per cui appaiono imprudenti le dichiarazioni o del Sovrintendente Ferrara e le prese di posizione di chi pensa di ritornare alla libertà edificativa magari violentando il territorio e il paesaggio.

Occorre subito creare le condizioni perché la provincia abbia un piano paesistico che tuteli e valorizzi il nostro territorio senza mortificarne le vocazioni produttive e di sviluppo.

Bisogna subito ripristinare il tavolo tecnico insediato presso la Presidenza della Regione dove sono presenti tutti i soggetti del territorio ibleo, ( EE.LL, forze sociali e produttive, associazioni ambientaliste) per individuare le linee guida del piano.

Per quanto attiene la Cgil nel novembre scorso aveva elaborato un piano di osservazioni e proposte in 13 punti sintetizzabili in:

  1. integrazione del piano con i programmi infrastrutturali in corso di realizzazione e di previsione;
  2. evitare che in variante agli strumenti urbanistici possano essere consentite opere che stravolgono le peculiarità ambientali e paesistiche;
  3. difendere la superficie agraria affrontando con equilibrio la possibilità di realizzare insediamenti produttivi e artigianali;
  4. eliminare la prescrizione di inedificabilità a fini abitative in  zone agricole;
  5. realizzare impianti eolici e fotovoltaici nelle aree industriali produttive purché non in contrasto con l’interesse archeologico e paesistico;
  6. assoluta salvaguardia della fascia costiera e individuazione di nuove soluzioni per la realizzazione di serre attutendo l’impatto visivo nel territorio.                              

Abbiamo l’obbligo di difendere il nostro patrimonio ma si impone la necessità di tutelare gli aspetti produttivi e vocazioni della nostra comunità.”

 

L’Ufficio Stampa