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01/04/2011 - UFFICIO STAMPA

Omaggio a Rossitto.Uomo del sindacato unitario

C’è un tratto unico ed unificante nella figura del dirigente sindacale Feliciano Rossito ricordato ieri a quasi trentuno anni dalla morte e per altrettanti vissuti tra la Sicilia a Roma.

Ed è quello di un’azione coesa e unitaria delle forze del sindacato, Cisl e Uil, per il riscatto di diritti negati e per la migliore condizione di quanti, i braccianti degli anni 50 e 60, nel mezzogiorno e in Sicilia vivevano una vita di grande lavoro e di enormi stenti.

L’hanno tracciato completo il profilo di questo grande e autentico uomo del sindacato che la morte stroncò a 56 anni nel pieno dell’attività sindacale. In quel momento era componente della segretaria nazionale della CGIL .

Lo hanno ricordato, ieri, nella sala conferenza della Camera di Commercio di Ragusa, gremita e con la presenza anche del Prefetto di Ragusa, Francesca Cannizzo, Giovanni Avola,segretario generale della CGIL di Ragusa, il biografo di Rossitto, Giovanni Criscione, il segretario regionale della CGIL Sicilia,Antonio Riolo e infine Gugliemo Epifani ex numero uno della CGIL nazionale e oggi presidente dell’Associazione Bruno Trentin.

 L’on. Giorgio Chessari, presidente del centro studi che porta il nome del sindacalista ha invece puntato gli accenti sul futuro del centro destinatario di un’area concessa dal Comune nella quale sorgerà un Centro mediterraneo per il lavoro, la formazione e che un concorso di idee europeo per la progettazione dell’opera che sarà anche un centro culturale.

C’è in Feliciano Rossitto l’autenticità di un combattente che rimane sempre se stesso, con la sua coerenza, con il suo tratto umano, con il suo stare in mezzo alla gente e ai lavoratori, che connotano lo spessore sindacale e politico di quest’uomo che con grande dignità, lo ha ricordato Antonio Riolo, lasciò l’Assemblea regionale perché il VII della CGIL aveva sancito, nello statuto, l’incompatibilità tra la carica sindacale  quella elettiva. Quel discorso fatto in aula Riolo lo ha affidato nelle mani di Epifani come traccia indelebile da consegnare alla memoria e a quanti intendessero rivolgere gli occhi verso un esempio di rettitudine e di onestà intellettuale.

C’è un auspicio nelle parole di Giovanni Avola, quello che la CGIL si possa far carico di valorizzare la figura e l’opera di Feliciano Rossitto e del centro studi che lo accompagno perché questi sono valori da trasmettere alle giovani generazioni.

E di prossima pubblicazione la biografia di Feliciano Rossitto curata da Giovanni Criscione che in un complesso lavoro di ricerca ha ricostruito gli anni intensi dell’attività del sindacalista: lui nato borghese e grande sodale del popolo e protagonista di battaglie epocali vinte per migliorare la condizione di vita dei braccianti. Non sembra rimanere molto di quelle imprese visto lo scenario che stiamo vivendo.

Ed è sul futuro che Guglielmo Epifani concludendo l’incontro ha teso lo sguardo attento. Un paese ha bisogno di conservare la propria memoria per costruire un futuro; perché è da quei comportamenti, da quelle coerenze che trova linfa una consistente lotta sindacale. Feliciano Rossitto fu un esempio alto di sindacalismo attento in un periodo in cui fare quella scelta era difficile: braccianti che lavorano 17 ore al giorno e come paga una manciata di frumento. Senza diritti e senza coperture sanitarie e contributive.

Ed è da lì che la CGIL riuscì a formare una classe dirigente di grande livello. Epifani ebbe a conoscere a Roma Rossitto  e ad avere un rapporto aperto e fruttuoso con lui che apparteneva ad un'altra generazione di sindacalisti.

 Eppure la trasmissione dei saperi e delle esperienze sono ancora vive e costituiscono ancora oggi la guida per una Paese dove dirigenti sindacali come Rossitto rimangono un sogno.

Morì giovane  Feliciano Rossitto. Per la CGIL fu la grande perdita di un uomo che poteva aspirare a diventarne il leader.

 

 

 

 

 

L’Ufficio Stampa